Coltivare la vocazione: il mondo del lavoro

Continuiamo la pubblicazione di una serie di interventi sul tema del coltivare la propria vocazione in diversi ambiti della vita di un cristiano. Stavolta la prospettiva è quella del mondo del lavoro, vista dall’angolatura di un insegnante di religione.

VOCAZIONE E SCUOLA

La scuola è una realtà indomabile: può essere fonte di innamoramenti culturali e relazionali incendianti, sede della noia più cupa.

Nella personale esperienza di docente, sento forte la necessità di mantenere vivo il legame con la fede: senza un continuo rimando a Dio e al Vangelo faticherei a trovare una continuità nelle mie azioni educative e didattiche.

La vocazione professionale, intesa come risposta personale a un bene più grande cui posso minimamente contribuire, la sento forte in alcuni segni che emergono in classe: nel coraggio di alcuni studenti che vanno avanti in momenti difficilissimi, nei gesti semplici di  persone orientate all’affetto e alla pazienza, nella passione di colleghi che mettono il bene degli altri davanti ad ogni criterio valutativo. Cerco di tenere nella testa e nel cuore queste immagini, queste situazioni, per provare a vedere con occhi di speranza le dinamiche più difficili quando si manifestano: la sofferenza dei ragazzi, la loro paura di non farcela, l’impossibilità di coinvolgere tutti e dare sempre un futuro, la violenza e la cattiveria che a volte si fanno strada tra i banchi.

La memoria grata, meditata e spiritualmente condivisa delle tracce di realtà belle accadute è un porto sicuro dove provare a interpretare come testimonianza il mio lavoro, nel tentativo di proseguire con onestà in quella direzione di bene che altre persone mi hanno indicato.

Provare a costruire lezioni significative in un clima umanamente positivo è l’obiettivo che mi stimola nel lavoro: lo studio della religione cattolica è per me ogni giorno motivo di riflessione, commozione, dubbio, gioia. Leggere, pregare e fare riferimento a una comunità mi è indispensabile per provare ad indicare come significativa a chi incontro la strada dell’approfondimento e dello studio.

Valerio

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